Quadretti noci e amaretto dalla A …alla Z

Il tempo questo week end è stato davvero tiranno. Tutta la settimana un sole tale da riflettere sui libri il sogno di una spiaggia e un bel mojito ghiacciato e poi arriva il week end tanto nuvoloso quanto carico di pioggia.
Fortunatamente ieri pomeriggio le nuvole si sono diradate quel tanto che bastava per fare un salto all’inaugurazione del nuovo cafè gestito da Dolce Lab (dove non ho potuto fare a meno di riassaggiare la loro squisita Carrot Cake) e un giro in monto sulle colline fiorentine, immersa in un verde paesaggio proprio a due passi dalla cittá.
Firenze riesce a stupirti con così poco… in centro con le sue architetture luminose e dieci minuti dopo ti senti quasi in campagna.
Un bellissimo pomeriggio che mi ha ispirato dei biscotti: sarebbero dovuti essere rustici al gusto quanto belli alla vista.
Un’idea semplice, efficace, che si sposasse alla perfezione con la mia nuova farina di farro integrale: Quadrotti alle Noci e Amaretto.

20130421-232116.jpgIngredienti (per…un paio di alfabeti):
– 110 gr di farina di farro integrale bio
– 100 gr di farina di grano tenero 00
– 70 gr di zucchero di canna
– 1 uovo e 1 tuorlo bio
– 70 gr di olio di riso
– una manciata di gherigli di noci
– 7 amaretti
– un cucchiaio di liquore all’amaretto
– una presa di sale

In un mixer tritare finemente le noci con lo zucchero e gli amaretti.
Emulsionare i tuorli di entrambe le uova con l’olio di riso fino a ottenere una crema soffice e densa.
In una capiente ciotola iniziare ad amalgamare tutti gli ingredienti tra loro, farine comprese, e formare una palla liscia e omogenea da riporre in frigo a riposare per circa 1 ora.
Preriscaldare il forno a 170°C e stendere la pasta, quindi, con un tagliapasta, dare la forma preferita ai biscotti e infornare per 15 minuti circa.

20130421-232133.jpgIo ho usato un tagliapasta quadrangolare e degli stampini a forma di lettera che ho premuto lievemente al centro del biscotto.

20130421-232137.jpgCon il termine amaretto si intende un tipo di pasticcino a base di pasta di mandorle, fatto con zucchero, albume, mandorle dolci e mandorle amare e armelline.
Fu probabilmente inventato dagli Arabi e a partire dal bacino del Mediterraneo, e specialmente dalla Sicilia, passò successivamente nella tradizione culinaria di Normanni, Spagnoli, Francesi.
Pellegrini e conventi ne assicurarono la diffusione, resa più facile dal fatto che il dolce è poco deperibile.
Esistono principalmente due versioni differenti: l’amaretto tipo Saronno, croccante e friabile, e l’amaretto tipo Sassello, morbido e più simile al marzapane.
Come amaretto preferisco sicuramente quello morbido, così pieno e gustoso, ricorda tanto i più natalizi Ricciarelli.

20130421-232142.jpgDi Saronno, però, ammiro l’intenso profumo del liquore a base di amaretto prodotto, secondo la leggenda, fin dal 1500 quando nella città di Saronno venne commissionato al pittore Bernardino Luini un affresco tutt’oggi visibile nel Santuario della Beata Vergine dei Miracoli.
Nel periodo in cui il pittore soggiornò a Saronno, alloggiò presso una locandiera di particolare bellezza, di cui si innamorò al punto da usarla come modella per il suo affresco. Per ringraziarlo, lei gli offrì un elisir di erbe, zucchero tostato, mandorle amare e brandy che venne immediatamente apprezzato e si diffuse in pochissimo tempo.
Il liquore mantenne quindi un significato di affezione e amicizia ed è oggi uno dei prodotti italiani più diffusi all’estero, quasi quanto gli amaretti, famosi al punto di comparire anche in uno dei film di Harry Potter (I Doni della Morte – parte 1).

20130421-232147.jpgCon questo biscotti partecipo al contest Keep Calm and Drink a Tea

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